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Roma, Federalberghi: «Airbnb, affitti irregolari in più di 6 casi su 10»

Indagine dell’associazione di categoria sul proliferare degli alloggi fuorilegge, aumentati del 25% in due anni. Non si tratta di attività occasionali

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I dati dell’indagine di Federalberghi e Incipit sul proliferare di alloggi illegali a basso costo sono da ieri sul tavolo del ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio. «È urgente un intervento per disciplinare la giungla delle locazioni brevi», sottolinea il presidente degli albergatori Bernabò Bocca. Il responsabile di Roma e Lazio, Giuseppe Roscioli, mostra come in due anni gli alloggi irregolari nella Capitale siano cresciuti del 25,25%. Gli illeciti riguardano gli annunci riferiti a interi appartamenti presenti su Airbnb.it (21.816, il 64,77% del totale); quelli disponibili per più di sei mesi (23.218, pari al 68,94%) e infine quelli gestiti da host che offrono più di un alloggio (21.329, il 63,33%).

«Dati inequivocabili, che non possono che riportare l’attenzione sulle quattro grandi bugie della cosiddetta sharing economy» attacca Roscioli, che spiega: «Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, sono attività economiche a tutti gli effetti e molto spesso fanno capo a inserzionisti che gestiscono più alloggi». Eppure il regolamento regionale approvato due anni fa puntava su un aumento dei controlli per tutti i bed & breakfast e le strutture extralberghiere quali affittacamere, ostelli, case vacanze fino a residenze di campagna, rifugi montani ed escursionistici.

«Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare – continua Roscioli -: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno». Inoltre, terza bugia: «Non è vero neppure che si tratta di attività occasionali, in genere le offerte riguardano abitazioni disponibili per oltre sei mesi all’anno». E infine, il falso numero quattro: «Non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali». «Abbiamo censito le strutture parallele che vendono camere in rete – aggiunge Bocca – e mettiamo questo elenco a disposizione di tutte le amministrazioni nazionali e territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderino fare luce sul fenomeno. Venga istituito con urgenza il registro nazionale degli alloggi turistici». Il censimento è ora a disposizione del prefetto e delle altre autorità per gli opportuni controlli.